Quando la salute della bocca è ottimale, si può pensare anche a migliorare l’estetica del sorriso, qualora il paziente volesse schiarire il proprio colore dentale o uniformarlo. Ecco che esiste lo sbiancamento dentale. Ma in cosa consiste? 

Lo sbiancamento dentale è un trattamento che serve a schiarire il colore “di partenza” del dente e prevede l’uso di un gel a base di un agente sbiancante: il Perossido di Idrogeno o il Perossido di Carbamide, impiegati in varie concentrazioni a seconda della tecnica che si intende utilizzare e delle esigenze del paziente. Questi Perossidi si scompongono in radicali liberi di Ossigeno, che passano tra i prismi dello smalto, decomponendo le molecole colorate che causano la discromia dentale. La struttura del dente non viene alterata, semplicemente il colore interno del dente è reso più chiaro. 

Quanto dura? La durata dipende dalla struttura del dente, dall’igiene orale di ciascun paziente, dai controlli periodici che effettua e dall’alimentazione.

Provoca sensibilità? La sensibilità può essere presente oppure no, dipende dal soggetto. Se dovesse presentarsi, è bene sapere che si tratta di un fenomeno temporaneo e gestibile (con dentifrici o gel desensibilizzanti) e che sparisce alla fine del trattamento. I prodotti sbiancanti che utilizziamo sono comunque sicuri e contengono agenti desensibilizzanti (Nitrato di potassio e Fluoro) per evitare di sviluppare sensibilità e per mantenere una buona remineralizzazione dello smalto stesso.  

Ci teniamo a ricordare che non esistono metodi naturali per sbiancare i denti (bicarbonato, limone, curcuma, carbone, salvia ecc.. agiscono più o meno aggressivamente sulle macchie superficiali e non hanno potere sbiancante). Ad oggi l’unico agente sbiancante conosciuto è il perossido, i rimedi casalinghi sono sconsigliati se si desidera mantenere l’integrità dello smalto dentale.